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Vita e professione di Domenico Naso – articolo di Alessia Grassi (su Italia Oggi)

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Articolo di Italia Oggi del 9 Luglio 2009.

Amo il fascino dell’antico. Lavoro e sport sono le mie grandi passioni. Il viaggio più emozionante? In Messico, con tanto di uragano.

Oggetti antichi raccontano secoli di storia. Un elmo romano, un cavallo azteco, anfore, uno scrittoio da viaggio del ’500, tappeti, arazzi del primo ’900, e ancora, legni intarsiati, pezzi medievali, un collezione di antiche macchine da scrivere, candele. Non è certo il solito studio quello dell’avvocato Domenico Naso, si respira il fascino di un passato incompiuto, come se non fosse del tutto trascorso. Ma forse ci stiamo facendo influenzare da quella nota della sua biografia che cita «appassionato di studi filosofici, alchemici ed esoterici».

avvocato del lavoro roma naso

Lui conferma ma sdrammatizza: «Effettivamente lo studio sembra antico di generazioni, a volte quando i clienti domandano dell’avvocato Naso e mi presento io… poi chiedono di mio padre. Invece lo studio l’ho fondato io nel 2001. La scelta di questa sede è stata casuale, le cose capitano senza che te ne rendi conto. Stavo cercando uno studio e un’amica mi disse che affittavano questo, era il primo che vedevo, mi ha colpito e l’ho comprato». E dire che Domenico Naso nasce come insegnante, di elettronica prima, di economia e diritto poi, quando, dopo la laurea in giurisprudenza, lavorava come professore e contemporaneamente svolgeva il praticantato. In quel periodo si appassionò al diritto finanziario e del mercato immobiliare (per sette anni è stato segretario generale di Union Sim), per poi abbinare il diritto societario con quello del lavoro e della scuola, in particolare. «Non può esserci sviluppo economico senza sviluppo del lavoro», ci spiega, «crisi economica e del lavoro sono le due facce di una stessa medaglia». Cosa succederà  durante e dopo questa crisi?

«Già  l’apertura al diritto comunitario e le indicazioni giurisprudenziali della Corte dell’Ue porteranno a un maggiore contenzioso che aumenterà  ulteriormente dopo la crisi; la stessa che oggi tiene uniti lavoratori e datori di lavoro, nel tentativo di far fronte comune, domani li vedrà  nuovamente contrapposti, ciascuno nel suo ruolo, con le proprie rivendicazioni, meno disposti a concedere proprio per la brutta esperienza passata».

Parliamo ancora di come, secondo l’avvocato, le misure del ministro Brunetta non siano risolutive perché il vero problema non è l’assenteismo quanto la scarsa informatizzazione e la poca efficienza; di come il lavoratore pubblico paghi le maggiori tutele con uno stipendio più basso rispetto al privato e di come bisognerebbe compensare la temporaneità  di alcuni contratti con un maggiore beneficio economico. Ma la vita non è solo lavoro e nel tempo libero, tolto quello che passa nei mercatini alla ricerca di pezzi antichi, magari penne stilografi che per la sua collezione, l’avvocato si dedica ai figli e allo sport, al calcio in particolare e alla Roma, passione che condivide con i figli. «Il sogno era diventare come Kevin Keegan, il mio idolo, invece mio figlio adora De Rossi, si è appassionato al calcio quando a cinque anni è entrato in campo come mascotte nella partita Roma – Lecce». Scopriamo così che Naso è anche procuratore sportivo, uno dei componenti della Commissione d’appello federale per la Federazione nazionale pallavolo.

Sportivo anche nella guida, nel senso che non ama le automobili ma si sposta solo con la sua Bmw C1 125 nera, mentre per le vacanze tende a essere «sedentario. Nel senso che adoro il mare e mi piace trascorrere i giorni in uno stesso posto». Con quel suo tono di voce pacato, senza ma che pure trasmette fermezza, ci racconta della vacanza memorabile in Messico, con tanto di uragano. «Ci fecero sfollare dal villaggio, ci misero su un pullman, ma quelli veramente locali, con un tramezzino, un succo di frutta e il foglio d’istruzioni in caso di uragano. Ci portarono in una scuola con le finestre inchiodate e ci dissero che dovevamo passare lì due giorni, dormendo per terra, in mezzo ai lucertoloni e con la carta igienica razionata. Facemmo subito comunella con altri italiani e nel giro di sei ore trovammo un albergo attrezzato contro i cicloni. Tra mille peripezie ci stabilimmo lì e vedemmo da dietro i vetri la potenza della natura.

La cosa più bella è dopo: nei giorni successivi la spiaggia, il mare, anche l’aria sono pulitissimi, uno spettacolo». Un rimpianto però ce l’ha: con tanti contrattempi non è riuscito a incontrare lo Sciamano… un motivo per tornare, perché, come ama dire Domenico Naso, «tutto arriva per chi sa aspettare».

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